Con il termine “utilities” si intendono, in genere, tutte le imprese che si dedicano all’erogazione e la gestione dei servizi ai cittadini quali, ad esempio, la distribuzione e la vendita di energia elettrica e gas, la gestione del ciclo dell’acqua, lo smaltimento dei rifiuti, la manutenzione delle aree verdi ed il trasporto pubblico locale.
Il mercato delle Utilities presenta differenti complessità che risulterebbe difficile descrivere nella loro interezza, in particolare per il peso crescente dell normativa, in continuo cambiamento e a cui le aziende che operano nelle utilities devono costantemente adeguarsi. Il settore continua a vivere, infatti, un momento storico di grande dinamicità, sia in ambito nazionale che ambito globale.
La profonda trasformazione avvenuta da modelli che possiamo definire tradizionali, legati ai sistemi pubblici e di monopolio, ha posto l’accento su sfide e concorrenza: la liberalizzazione del mercato, le nuove regole, le fusioni e l’outsourcing hanno mutato il quadro di riferimento e nuove professionalità devono corrispondere a questa tipologia di “nuovo mondo” nel market delle Utilities.
Oltre alla mutazione delle regolamentazioni, assistiamo a due grandi ed ulteriori fattori: la transizione energetica e la digitalizzazione. Queste due azioni, inarrestabili, stanno cambiando ancora una volta nella storia il modo di consumare, di produrre e di vendere energia.
Le utilities devono quindi adeguarsi (se non addirittura spingere il cambiamento) e questo percorso passa necessariamente da un’evoluzione delle figure professionali e dell’approccio culturale.
ManpowerGroup e Luiss Business School hanno realizzato una ricerca denominata “Traiettorie evolutive e competenze per le imprese Energy”, con il fine di delineare una panoramica riguardante le nuove sfide professionali.
Il primo risultato è legato alla digitalizzazione: le figure professionali che hanno più mercato in questo specifico mondo del lavoro sono i gestori di dati, come i data scientist (23,5%), i data analyst (11,8%) e data mining expert (5,9%). Questi sono esperti in grado di ricavare insight da enormi quantità di dati, strutturati e non strutturati, allo scopo di aiutare a definire o soddisfare esigenze specifiche e obiettivi aziendali. I dati raccolti oggi hanno dimensioni enormi e, se lavorati in maniera etica e corretta, possono fornire nuove vie strategiche alle aziende: la modalità di scelta diventa quindi “data driven”, riducendo al minimo le decisioni basate sulla percezione. Ottimizzare i processi, prendere provvedimenti non solo al momento opportuno ma in anticipo, realizzare saving su settori non produttivi o dannosi: a questo ed altro serve una visione corretta dei diversi dati. Attraverso questa lettura il top management potrà quindi lavorare sulle nuove direzioni aziendali in modo più corretto e molto più specifico che negli anni passati.
Un’altra caratteristica importante è la “transdisciplinarità”, in altre parole la bravura nell’essere flessibili, muovendosi tra differenti attività e funzioni.
Non è tuttavia semplice trovare queste figure professionali: Intelligenza Artificiale, Internet Of Things, big data e 5G sono e saranno sicuramente una rivoluzione ulteriore a cui non tutti sono ancora pronti.
Le aziende, inoltre, puntano molto ad advisor esterni ma sarà sempre più opportuno tornare ad investire sul personale interno, al fine di non disperdere energie ed investimenti: le vere rivoluzioni aziendali avvengono all’interno delle aziende.